Come definire la Postura?

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Come definire la Postura?

Diego Sgamma, Orazio Meli.

Questo breve articolo è l’introduzione dell’importante capitolo: La postura quale possibile elemento predittivo di disfunzione del movimento del dolore di Diego Sgamma, Orazio Meli.

Prepararsi ad un corso di RPG leggendo questo capitolo è  fondamentale e questo estratto è un regalo che vogliamo farvi

Lo studio della postura umana è di fondamentale importanza per comprendere le strategie e i meccanismi neurofisiologici e biomeccanici che i differenti sistemi pongono in essere per assicurare il controllo motorio.

Il controllo della postura è strettamente correlato alla coesistenza di alcune condizioni quali equilibrio e stabilità, che, a loro volta, subiscono l’influenza della modalità con cui il corpo si espone alla forza di gravità.

La capacità di reagire alla forza di gravità è infatti uno dei requisiti che favoriscono una buona qualità della relazione dell’uomo con l’ambiente.

L’equilibrio e la stabilità a livello delle singole articolazioni e nell’insieme del corpo, sia durante il mantenimento delle posture statiche sia durante i movimenti, assicurano un’azione antigravitaria efficace ed economica.

Il sistema di controllo neuromotorio ha il compito di adeguare le varie strutture del corpo ai continui disequilibri cui sono sottoposte durante il movimento.

Possiamo quindi affermare che, se è presente un equilibrio di forze muscolari statico-dinamiche, e cioè una buona stabilità, è possibile mantenere un buon controllo antigravitario e posturale.

Tra le numerose definizioni date al termine “postura”, la seguente è quella che pare essere idonea a darne una descrizione dal punto di vista delle relazioni biomeccaniche: “posizione assunta dalle varie parti del corpo le une rispetto alle altre, ma anche rispetto all’ambiente circostante e alla gravità, grazie alla interazione di differenti sistemi fisiologici il cui risultato è, tra gli altri, quello di mantenere la proiezione della linea di gravità all’interno del poligono di sostegno (centro di spinta podalico)”.

La postura statica eretta è “ideale” quando necessita di una minima attività muscolare per mantenere la posizione del corpo nello spazio e quando minimizza le sollecitazioni gravitazionali sulle sue strutture.
Sembra esserci un consenso pressoché unanime nel definire una condizione ottimale di postura statica in stazione eretta sul piano sagittale. Secondo Souchard, è quando la linea di gravità passa per il trago dell’orecchio, coincide con il corpo della terza vertebra cervicale, passa anteriormente il tratto medio dorsale, per il corpo della terza vertebra lombare, l’articolazione dell’anca, appena anteriormente alle ginocchia e le caviglie, per finire in corrispondenza dello scafoide del piede. E tutto questo mantenendo un equilibrio del corpo in cui tutte le forze sono uguali a zero.

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