Le cause di una muscolatura globalmente rigida

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Le cause di una muscolatura globalmente rigida

Questo Articolo può essere considerato come la seconda parte di: La muscolatura ipertonica: una componente di ogni condizione patologica muscolo-scheletrica del tratto lombosacrale Pt 1, anche se meno incentrato sulla colonna lombosacrale. Nell’articolo precedente avevamo chiuso elencando le cause della muscolatura globalmente rigida, che saranno l’argomento qui trattato.

L’attività muscolare eccessiva

L’uso eccessivo di un muscolo lo affatica e fa crescere, anche, il suo livello di tensione e ciò aumenta la sua forza di trazione sui tendini e sulle loro inserzioni ossee, irritando queste strutture e causando dolore.
In risposta a questo dolore, il sistema nervoso segnala al muscolo di contrarsi,  creando così una maggiore tensione dell’intero muscolo.

Questo è un meccanismo protettivo inteso a diminuire o prevenire il movimento che potrebbe ulteriormente irritare o danneggiare la muscolatura e/o altri tessuti molli.
Questo meccanismo si chiama: ciclo dolore-spasmo-dolore, cioè una tensione muscolare che causa dolore, che poi innesca ulteriore tensione, che poi innesca ulteriore dolore, e così via,  .

La contrazione prolungata di un muscolo può anche provocare un’interruzione della circolazione sanguigna nell’area.
Inizialmente, la contrazione prolungata interrompe il ritorno venoso del sangue, provocando un accumulo di prodotti di scarto che sono acidi e irritano il tessuto muscolare, provocando un aumento del dolore, che poi perpetua ulteriormente il ciclo dolore-spasmo-dolore.

Il risultato è un aumento dello spasmo muscolare riflesso.

Il sovraccarico muscolare è spesso immaginato associato all’attività  sportiva, ma se lo stesso muscolo o gruppo muscolare viene utilizzato ripetutamente senza soluzione di continuità, si affaticherà gradualmente e diventerà doloroso.
Un uso eccessivo può anche derivare da posizioni scorrette mantenute per un tempo eccessivo e dai conseguenti dismorfismi posturali che ne possono derivare.
Una cattiva postura contribuisce maggiormente alla rigidità muscolare rispetto a un uso eccessivo dovuto all’attività.
Una delle posizioni più comuni che causano rigidità della muscolatura lombare è quando il tronco è flesso in avanti in modo tale che il suo peso non sia più centrato sul bacino. Questo accade ogni volta che ci si piega in avanti per lavorare in basso di fronte a se stessi o  per raccogliere qualcosa da terra.
Ciò obbliga i muscoli estensori della zona lombare a contrarsi eccentricamente per rallentare la discesa del corpo mentre ci si flette in avanti, quindi contrarsi isometricamente per mantenere la posizione  flessa in avanti sbilanciata ed infine a contrarsi concentricamente per ritornare in stazione eretta.

Questo era solo un esempio e a causa dell’enorme quantità di tempo che molte persone trascorrono in posizioni scorrette, vi è un aumento della tensione muscolare a carico di vari distretti muscolari con conseguenti dismorfismi posturali

La tensione dei muscoli che rispondono ad una tensione offensiva dei muscoli antagonisti

Un altro motivo comune per cui i muscoli si irrigidiscono è l’eccessivo allungamento della muscolatura.
Come descritto in precedenza, se i muscoli spinali vengono allungati troppo velocemente o in modo eccessivo,  ciò può attivare il riflesso di stiramento del fuso muscolare e causare uno spasmo.
Anche se questo riflesso è protettivo, lo spasmo spesso persiste a lungo dopo l’evento iniziale che lo ha innescato, determinando una postura cronica della muscolatura tesa della regione.
Lo stiramento eccessivo di un muscolo può essere causato da un trauma o da dismorfismi come ad esempio la scoliosi. Di fronte a una tensione offensiva dei muscoli latero flessori dal lato della concavità, i muscoli difensivi della convessità si trovano in una situazione molto scomoda perché sono allungati in direzione contraria a due delle loro funzioni  la lateroflessione e la rotazione.
Questo stiramento può essere percepito come uno stretching estremamente fastidioso e può essere l’origine di un dolore muscolare, ma essendo i muscoli antagonisti complementari possiedono una fisiologia comune: l’estensione del rachide. Questo “compromesso” permette di mascherare il senso di disagio creato dall’Overstretching dei muscoli difensivi. Altro esempio classico è il dolore del trapezio allungato dalla tensione offensiva del suo omologo conrolaterale.

Accorciamento adattivo

L’accorciamento adattivo è un meccanismo protettivo e si verifica quando un muscolo viene mantenuto in uno stato di accorciamento per un tempo prolungato e vi si adatta aumentando il tono.

Un muscolo accorciato tenderebbe ad afflosciare i fusi neuromuscolari e ad avere i ponti di actina e miosina sovrapposti con una conseguente:

  1. latenza di risposta agli stimoli che causerebbe risposte afferenziali ritardate
  2. sovrapposizione dei ponti che  causerebbe una contrazione muscolare meno efficace

La soluzione per il primo problema è la coltivazione α-γ  la stimolazione delle afferenze non viene a mancare perché entra in funzione il motoneurone γ che fa contrarre la parte periferica delle fibre intrafusali e in questo modo la parte centrale delle fibre intrafusali si tende di nuovo e ciò permette di mantenere attive le afferenze per gli alfa-motoneuroni che determinano la contrazione del muscolo.

La soluzione per il secondo problema è la  riduzione del numero dei sarcomeri in serie, affinché il muscolo possa funzionare, nella posizione più favorevole, adatta la sua lunghezza in base alle posizioni in cui è più frequentemente sollecitato o in cui si viene obbligatoriamente a trovare, questo spiegherebbe perché un muscolo, anche molto accorciato, può ancora sviluppare una forza attiva:  ha “sacrificato” i sarcomeri in serie piuttosto che creare una sovrapposizione dei Ponti A/M che limiterebbe la funzione contrattile (principio di Goldspink)

Il risultato è che se una certa posizione viene mantenuta a lungo, la muscolatura si accorcerà e si adatterà a quella posizione variando la propria morfologia con un nuovo atteggiamento posturale, ed è pronta a creare le necessarie risposte statico-dinamiche.

Aderenze fasciali

Quando i muscoli sono rigidi, un altro fattore che deve essere considerato sono le aderenze fasciali.
Le aderenze fasciali, note anche come aderenze del tessuto cicatriziale (o aderenze fibrose, o più semplicemente aderenze), sono composte da fibre di collagene della fascia fibrosa.
Queste fibre di collagene sono la stessa sostanza che costituisce tendini, legamenti e altri tessuti fasciali fibrosi.
Sebbene normalmente si pensi che le aderenze siano presenti nei siti di trauma (cioè tessuto cicatriziale), in realtà sono presenti tra i tessuti molli del corpo.
Queste fibre aumentano la stabilità dei tessuti legando / collegando i tessuti tra di loro.

Tuttavia, se le aderenze si accumulano eccessivamente, possono “legare insieme” le due superfici opposte di un’interfaccia di tessuto molle, che dovrebbero scorrere l’una sull’altra quando è necessario il movimento: questo si traduce in una mobilità ridotta.
In un soggetto con uno stile di vita attivo, queste fibre non hanno la possibilità di accumularsi perché quando un corpo si muove, le aderenze che si sono formate vengono rotte e riassorbite.
Tuttavia, uno stile di vita sedentario incoraggia le aderenze a svilupparsi progressivamente fino a quando la mobilità è notevolmente ridotta.
Sebbene le aderenze non causino effettivamente un aumento del livello di contrazione del tono di base a riposo di un muscolo, si aggiungono alla tensione del muscolo diminuendo la capacità dei muscoli di stirarsi ed allungarsi.
Se un muscolo non può allungarsi, allora non può consentire i movimenti del corpo eseguiti dagli antagonisti di quel muscolo.
Debolezza dinamica per eccesso di forza di tenuta
Inoltre, anche la mobilità dei legamenti, delle capsule articolari e di tutti gli altri tessuti molli può essere influenzata dalle aderenze.

Le tecniche di trattamento manuale con la Rieducazione Posturale Globale aiutano a rompere le aderenze nei muscoli e in altri tessuti molli e a ridurre la rigidità muscolare ripristinando  un fisiologico equilibrio delle tensioni.

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